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2022
EFFETTO VENEZIA ARCHIVIO - EDIZIONE 2022

Storie Stornelli e Ciabattate

Artisti di strada
Forte San Pietro
Teatro Trabagai
di e con Giorgio Monteleone e Elena Farulli

Giorgio ed Elena, stornellatori d’altri tempi, rievocano atmosfere, storie e personaggi del secolo scorso. Con chitarra, mandolino e il loro carretto-osteria, carico di storie da cantare e da raccontare, rallegrano gli avventori con poesia, ironia, e la loro immancabile voglia di stare con la gente.

Le strade moderne rivivranno i fasti di quei tempi andati, e suggestivi personaggi le popoleranno con chiassosa allegria.


Un ritorno in grande stile, quello degli artisti di strada a Effetto Venezia 2022.

Dodici compagnie, due scuole di circo e giocoleria, sedici spettacoli sia fissi che itineranti e centosedici repliche in cinque giorni.

A riempire le strade e le piazze del quartiere, coinvolgendo gli spettatori e sorprendendo anche i passanti più distratti, saranno performance di acrobatica aerea, manipolazione del fuoco, clownerie, giocoleria, musica e teatro di improvvisazione.

Perché, però, proprio l’arte di strada?

Perché cambia il tessuto urbano, mostra gli spazi della quotidianità sotto una nuova luce, trasformandoli in luoghi altri, appartenenti ad una dimensione diversa, con leggi e convenzioni differenti, insolite, sconvolgenti e inattese. Il grande evento culturale in generale, e l’arte di strada in particolare, procurano esperienze uniche ma condivise, creano un vissuto comune che entra a far parte dell’immaginario collettivo di una comunità, consolidandone le relazioni e fungendo da collante sociale.

Una città ricca di eventi culturali è una città ricca di relazioni, che ne mettono in contatto le varie parti creando un senso di appartenenza più ampio. In questo l’arte di strada svolge il ruolo fondamentale di catalizzatore, che va oltre la semplice animazione di una strada o una piazza, annullando la distanza tra il performer e lo spettatore, tirandolo dentro allo spettacolo o lasciandogli il ricordo di una suggestione irripetibile.
Marco Buldrassi