Dinamitri Jazz Folklore
Dinamitri Jazz Folklore è oggi riconosciuta come una delle formazioni più originali nel panorama del jazz italiano, una delle poche band capaci di trasmettere quell’alto contenuto spirituale che il linguaggio jazzistico è ancora oggi in grado di veicolare. Attivi da oltre 15 anni, i Dinamitri Jazz Folklore si distinguono per un linguaggio musicale molto personale che spazia, sempre in equilibrio tra ricerca, linguaggi innovativi e tradizioni culturali eterogenee, dal be-bop alle polifonie di New Orleans, dal blues alle sonorità di matrice africana che caratterizzano maggiormente il loro stile jazzistico. Attiva sia live che con progetti dall’alto profilo artistico e culturale, la band è stata protagonista di numerose performance di successo tra cui: Folklore in Black (2003) con il clarinettista Tony Scott, Congo Evidence (2006) con il poeta Sadiq Bey e Akendengue Suite (2009) con Amiri Baraka.
A Effetto Venezia 2016 i Dinamitri Jazz Folklore apriranno il concerto dei Tinariwen.
Dimitri Grechi Espinoza (sax alto)
Emanuele Parrini ( violino)
Paolo “Pee Wee” Durante (hammond, tastiere, live electronics)
Gabrio Baldacci (chitarra elettrica)
Andrea Melani (batteria)
Simone Padovani (percussioni)
Piero Gesuè (voce)
Ingresso gratuito
In collaborazione con Fabbrica Europa / Festival au Désert
Fabbrica Europa e Festival Au Desert incontrano Effetto Venezia
I concerti dei Tinariwen e di Dinamitri Jazz Folklore giungono a Effetto Venezia 2016 grazie alla prestigiosa joint venture con Fabbrica Europa e con il Festival Au Desert. Una collaborazione che si inserisce nel contesto di valorizzazione dello spirito inclusivo, multirazziale e multiculturale della città di Livorno.
Il Festival au Désert di Firenze è un progetto musicale multidisciplinare che dal 2010 ha realizzato una rete per la creazione contemporanea tra Africa, Mediterraneo ed Europa, a partire dalla collaborazione tra il Festival au Désert di Essakane (Mali) e la Fondazione Fabbrica Europa.
Insieme a questo festival (diventato Caravane pour la Paix dal 2012 a causa della guerra in Mali) è stato stabilito un accordo allo scopo di sviluppare una rete di produzione e promozione di nuove creazioni che coniughino il delicato lavoro di trasmissione delle tradizioni e delle tecniche strumentali nomadi con le sonorità e le procedure più innovative, modulate e sperimentate in occidente. Il progetto da allora ha favorito un viaggio da e verso l’Africa, una nuova Africa che sa innovare senza rinnegare la propria storia, diventando a Firenze uno “spazio di incontro tra culture”, declinazione urbana del deserto come visione immaginifica.