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Palazzo di Giustizia

Il Palazzo di Giustizia di Livorno, attuale sede del Tribunale Penale, risale all’inizio del XVIII secolo, quando fu edificato per ospitare un ordine religioso femminile; tuttavia, per volontà del granduca Cosimo III de’ Medici, l’immobile fu affidato ai Gesuiti. A seguito della soppressione dell’ordine gesuita, negli anni settanta del medesimo secolo il palazzo fu adibito inizialmente ad ospedale, divenne poi residenza vescovile e dal 1811 al 1856 ospitò pure l’istituto Paradisino, una struttura scolastica per ragazze fondata nel 1746. Nel 1857 divenne sede del Tribunale civile e penale. I locali del tribunale furono ampliati nel 1880, con la costruzione del nuovo corpo di fabbrica per la Corte d’Assise ad opera, probabilmente, di Arturo Conti, ed un ulteriore restauro si ebbe nel 1916.

Il Palazzo di Giustizia occupa un ampio lotto compreso tra la Pescheria e la chiesa Santa Caterina, L’esterno dell’edificio, lungo la via della Madonna, presenta un’elegante facciata su tre piani, caratterizzata da grandi cornici che inquadrano le aperture. Il fronte lungo la via dei Milanesi (oggi intitolata a Falcone e Borsellino) è articolato mediante un portico a cinque arcate rivestite in pietra. All’interno l’armonioso chiostro è definito da più ordini di pilastri con archi a tutto sesto. Nel cortile si trova il monumento a Giuseppe Micali, realizzato intorno al 1862 dal livornese Giovanni Paganucci; nei pressi della scultura una lapide ricorda la Tipografia Coltellini. Recenti lavori di restauro hanno messo alla luce, in alcuni ambienti, le tracce della originaria Fortezza Nuova, che fino alla fine del ‘600 si estendeva fino all’area del palazzo.