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Bobo Rondelli si innamora… e innamora la sua Livorno

Ancora una volta. Ogni volta che sale su quel dannato e benedetto palco. Bobo Rondelli diventa magia. Una sorta di alchimia sciamanica che non ha una spiegazione razionale. Ad accarezzare il pubblico, prima della sua comparsa fatta di sgabello e chitarra, ci pensa la poesia in musica del giovane cantautore livornese Giorgio Mannucci. Un bel sentire. Poi tocca a Bobo accompagnato tra un bianco e nero al pianoforte da Claudio Laucci. Tra un omaggio a Piero Ciampi, una luna mistica che gli gira intorno come Terra con il Sole, una mitragliata diretta al cuore tra l’impegno sociale e la politica, un’imitazione sgangherata e buffa di Jovanotti e i suoi migliori successi (quelli che fanno bene al cuore e ogni tanto fanno scendere anche una mezza lacrima perché una è troppa) mister Roberto Rondelli si innamora e fa innamorare i mille di piazza della Repubblica registrando il sold out di posti a sedere per questa prima serata di “Effetto Venezia e dintorni. A cielo aperto”.
Così ecco Madame Sitrì-Bella Livorno che fa emozionare senza se e senza ma, “Il Cielo è di Tutti”, “Gigi Balla”, “Marmellata”. Manciate di coriandoli di pezzi di memoria in note che ricadono sul pubblico che, composto e impacchettato nelle norme anti-Covid, non disdegna di tuffarsi con Bobo in una serata che fa bene. Al cuore. Agli occhi. Alle mani che si incontrano di nuovo le une con le altre. Per ripartire. Perché le note impastate nella voce di Bobo sono come la pasta fresca fatta in casa dalla nonna la domenica mattina. E quando ti svegli senti l’odore del ragù. E tutto il mondo sembra meno cattivo. Bobo è così. Come la pasta della nonna e il ragù che ti sveglia il dì di festa. E noi non possiamo che dire grazie per questo show intimo e leggero, profondo e diretto, pronto a riportarti alle origini, come la madeleine di proustiana memoria.

Giacomo Niccolini