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Crestacci, un’ora di risate raccontando “Un anno vissuto pericolsamente”

“Un anno vissuto pericolosamente”. E’ su questo binario che Michele Crestacci ha mosso il vagone della comicità per un’ora di spensieratezza raccontata con leggerezza senza perdere “il vizietto” di far riflettere, tra un angolo della bocca all’insù e un applauso strappato tra le risate (clicca qui per rivedere il live del suo spettacolo in piazza del Luogo Pio).
Michele Crestacci racconta di Livorno. Michele Crestacci è Livorno. E’ lo specchio di quest’anima scarruffata dal libeccio. Quel libeccio dell’anima che il livornese porta dentro e che il comico porta sul palco con nonchalance, con la naturalezza di chi racconta la lista della spesa. Invece Crestacci spazia da Caproni a Modigliani, dalla Livorno che non c’è più a quella che invece insiste su quell’angolo così stretto dell’anima tanto da stridere quasi come una moto in curva con il ginocchio a terra. Così veloce che fa quasi paura. Così come la paura di sentirsi i numeri uno come la Livorno di inizio secolo quando accolse i fratelli Lumière al Parco Eden, attuale Terrazza Mascagni. Una Livorno che non c’è più ma che sarebbe davvero bello poter toccare nuovamente. Così ci pensa lui, Crestacci a ridipingerla con tutta la sua tipicità, raccontandola a suon di battute.
Una serata particolare per l’attore livornese che non lo ha lasciato indifferente. In platea infatti per la prima volta la figlia Rita di appena tre giorni venuta ad ascoltare il babbo intento nel mestiere più important e difficile del mondo: regalare sorrisi e spensieratezza. Rita, ti riveliamo un segreto che leggerai quando sarai ormai grande… anche stasera, babbo è stato grande.

Giacomo Niccolini