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Le installazioni delle Belle Arti di Firenze invadono Effetto Venezia con “Il Gioco della Natura”

Una delle tre anime pulsanti di questa 37esima edizione di Effetto Venezia è dedicata all’arte e alle installazioni artistiche. Oltre agli artisti di strada e alle spettacolarizzazioni di palco infatti la kermesse estiva livornese avrà l’onore e il vanto di ospitare la mostra “Il gioco della natura”, a cura di Gaia Bindi, che propone 16 opere d’arte, tra installazioni e video, realizzate da 21 artisti emergenti. Con il patrocinio dell’Accademia di Belle Arti di Firenze. Allestimento a cura di Alessandro Scilipoti (clicca sul Pdf in allegato al termine dell’articolo per consultare nel dettaglio gli artisti e le opere).
“La proposta artistica che portiamo a Livorno con le nostre installazioni – ha evidenziato Gaia Bindi, curatrice della mostra Il gioco della Natura durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento all’interno della Fortezza Vecchia di Livorno – si basa su elaborati realizzati da artisti di ogni età, che siano essi studenti o docenti dell’Accademia di Belle arti di Firenze, dove anche io insegno. L’interesse per me risiede anche nell’interazione sinergica tra le stesse installazioni e gli spettacoli di strada e su palco, in un flusso che porta il visitatore da una sollecitazione artistica ad un’altra restando immerso nelle suggestioni visive del quartiere”.

“Il gioco della natura” si sviluppa come un itinerario a piedi nelle strade del celebre e popoloso quartiere della Venezia livornese, camminando per le quali il visitatore sarà invitato a seguire un percorso che si ispira al famoso Gioco dell’oca, proposto qui in chiave ecologica. La mostra ha infatti per tema la Natura nelle sue multiformi componenti e il cammino espositivo, organizzato a tappe, è finalizzato alla sensibilizzazione ambientale: ogni tappa presenta in modo ludico e divertente un argomento riferito all’ecosistema in cui viviamo, che oggi chiede sempre maggiore attenzione e nuova consapevolezza.

In ogni stazione del gioco sarà presente un cartello ben visibile che pone una domanda semplice (per esempio: “A cosa servono le erbacce?”, “Cosa pensano gli alberi?”, “In natura, l’unione fa la forza?”), a cui il visitatore è invitato a dare una risposta guardando l’opera d’arte collocata a fianco, riflettendo sull’immagine che propone e, talvolta, interagendo con essa. Nello stesso cartello, sotto il numero che identifica la tappa del gioco e la relativa domanda, comparirà indicato il nome dell’autore dell’opera, il titolo (con tecnica e misure) e un breve testo critico. Per completare l’intero percorso, il visitatore-giocatore sarà guidato nel suo cammino da segnali visivi e da un pieghevole, distribuito gratuitamente, che servirà come mappa geo-concettuale per seguire l’esposizione, dove saranno riportate tutte le opere e i testi pubblicati nella cartellonistica. I contenuti della brochure saranno resi disponibili al pubblico anche tramite QRcode per una fruizione personale sullo smartphone.

Gli artisti presenti all’esposizione sono Nico Angiuli, Margherita Bertoli, Benedetta Chiari e Elisa Pietracito, Mohammad Fallah, Pamela Gori e Eva Sauer, Giulia Guidicelli e Federica Vaia, Rocco Lopardo e Giovanni Marino, Jasmine Morandini, Pengpeng Wang, Robert Pettena, Qiu Yi, Marco Signorini, Simoncini.Tangi, Zoya Shookohi, Marta Travaini, Zhang Yun.

In accordo con la finalità dell’esposizione, tutte le opere e l’allestimento saranno realizzati in materiali naturali, riciclabili o biodegradabili. A mostra conclusa è prevista la realizzazione di un video dell’evento espositivo e la pubblicazione di un catalogo a stampa, che presenterà le fotografie delle opere installate nel contesto urbano, i testi istituzionali degli enti coinvolti e quelli inclusi nella brochure, con un saggio critico introduttivo del curatore della mostra.

La curatrice – Docente di Storia dell’arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, Gaia Bindi è stata borsista della Fondazione di studi di storia dell’arte Roberto Longhi di Firenze, ha lavorato al Museo Marino Marini, agli Archivi Alinari di Firenze e al Musée Picasso di Parigi. Ha collaborato con numerosi critici (tra cui Jean Clair e Maurizio Fagiolo dell’Arco) per la realizzazione di esposizioni internazionali. Dal 1995 ha tenuto seminari, conferenze e organizzato mostre e convegni presso numerose istituzioni italiane e internazionali. Al lavoro di storica dell’arte affianca da sempre quello di critica, con particolare attenzione ai giovani artisti e all’arte emergente. Come giornalista ha collaborato con il quotidiano “La Stampa” e con riviste come “Arte” (Cairo Editore), “Inside”, “Artribune”, “PEM” (Treccani). Come critico d’arte, negli ultimi dieci anni si è occupata particolarmente di tematiche ecologiche nell’arte contemporanea. Dal 2009 è consulente scientifico del Parco Arte Vivente – Centro sperimentale di arte contemporanea di Torino. Ha insegnato Arte ambientale al Master in arti visive della Libera Accademia di Belle arti di Firenze e tenuto conferenze su queste tematiche in varie istituzioni italiane a straniera. Ha scritto saggi come Piero Gilardi. La tempesta perfetta (Prearo, Milano 2018); Arte, ambiente, ecologia (Postmedia, Milano 2019).